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Pavia a misura di bicicletta
pronto soccorso ospedale san matteo

Vorrei del pane. Ecco le banane…

Qualche settimana fa un giovane medico scrisse un post su Facebook per denunciare il furto della sua bicicletta avvenuto all’interno del Policlinico San Matteo, nella speranza di avere un aiuto per ritrovarla. Da quel post nacque uno scambio di battute al quale partecipai e che qui vi riporto (ho oscurato i nomi dei protagonisti per eccesso di zelo, la discussione si trova in un gruppo Facebook aperto, i cui messaggi sono visibili a tutti).

discussione facebook screenshot

Decido di riprendere il discorso interrotto scrivendo un post sul Blog, in modo da poter esprimere concetti in modo più strutturato ed evitare il ping pong su Facebook, che di solito non porta da nessuna parte. Come potete leggere, alla mia sollecitazione perchè si attivino da parte del Policlinico San Matteo “strategie serie per disincentivare i furti delle biciclette ed incentivare il loro uso” mi si risponde che una delle soluzioni sarà un nuovo parcheggio all’esterno dell’ospedale. Il ragionamento viene spiegato con naturalezza: dal momento che la realtà dei fatti dice che molta gente va in ospedale in auto, mettere a disposizione il maggior numero possibile di parcheggi è un’esigenza da soddisfare, da considerare addirittura una priorità.
Come si faccia, partendo dalla richiesta di misure per disincentivare i furti delle biciclette, ad arrivare a proporre come soluzione un parcheggio per automobili, per me è un vero mistero. Qualcosa non quadra; è un po’ come se chiedessi un chilo di pane e mi venisse dato un chilo di banane… L’impressione che ho avuto da questo breve scambio di battute e dall’esperienza maturata negli ultimi anni di vita pavese è che alla questione “mobilità” non venga dato il giusto peso da parte del Policlinico, sebbene questo sia uno dei più importanti poli attrattori di traffico nella città di Pavia. Proverò a fare qualche premessa per inquadrare la questione, soprattutto a vantaggio di chi non conosce Pavia:

1) il Policlinico San Matteo, una delle eccellenze di Pavia, conta circa 3000 dipendenti tra medici, infermieri, tecnici, personale amministrativo, …; ai 3000 dipendenti si aggiungono gli studenti universitari della Facoltà di Medicina (solo gli iscritti al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia sono un migliaio) che si muovono all’interno dell’ospedale tra aule, reparti e biblioteche; mettiamoci anche il numero di pazienti ambulatoriali e di visitatori che ogni giorno si muovono da e verso l’ospedale (anche qui parliamo di centinaia di persone, visto l’alto numero di prestazioni che la struttura è in grado di offrire); a spanne, dimenticandoci di fornitori, tecnici della manutenzione e via dicendo, possiamo pensare che mediamente, nelle 24 ore, si spostino da e verso l’ospedale almeno 5000 persone;
2) la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo è un “ente di rilievo nazionale e di natura pubblica“, come recita il Piano di Organizzazione Aziendale approvato con delibera n.98/C.d.A. del 26/06/2008;
3) l’Ospedale può essere raggiunto a piedi, con la bicicletta, con gli autobus di linea, con la moto, col taxi e con l’auto privata:
A PIEDI: per chi ha buone gambe, non è un problema raggiungere l’Ospedale dalla Stazione o dal centro della città muovendosi lungo via Trieste o Via Damiano Chiesa; qualche problema in più lo ha chi volesse raggiungere l’Ospedale da Viale Indipendenza avventurandosi poi nel Rondo dei Longobardi o da Via Brambilla, dove manca il marciapiede e le auto vanno a velocità elevate; tanti auguri anche a chi vuol raggiungere l’Ospedale da Via Ferrata, dovendo superare il ponte sulla tangenziale dove in un metro di spazio si fanno convivere pedoni e biciclette, oppure da Via Aselli-Via Bassi, dove manca il marciapiede;
IN BICICLETTA: mancano percorsi ciclabili e moderazione del traffico che rendano sicuri i tratti più rilevanti che portano all’Ospedale (Via Trieste, Via Brambilla, Viale Taramelli); all’interno e all’esterno dell’Ospedale mancano stalli per le biciclette dedicati ai visitatori che garantiscano un minimo di sicurezza contro i furti; all’interno dell’ospedale mancano stalli e ricoveri per le biciclette da riservare ai dipendenti e agli studenti;
IN AUTOBUS: portano in ospedale la linea 3, la linea 2 e la linea 7; secondo gli orari estivi: la linea 2 fa la sua prima corsa alle 7.20 e termina alle 20.16; la linea 3 è attiva dalle 5.41 fino alle 21.38; la linea 7 dalle 6.22 alle 21.04; su tre linee, forse solo una fornisce un servizio adeguato per chi lavora su turni, anche di notte (come medici ed infermieri…);
IN MOTO: non esiste un parcheggio al coperto per le moto, non ci sono sufficienti spazi dedicati, col risultato di avere moto e scooter sparsi qua e là;
IN TAXI: non è un mezzo pensato per essere utilizzato sistematicamente da chi lavora o studia in un determinato luogo;
CON L’AUTO PRIVATA: tutti i giorni e a tutte le ore (escludendo le notturne, per ovvi motivi) le direttrici di traffico intorno al San Matteo sono intasate da ingorghi colossali, ed anche i vialetti interni all’ospedale sono un continuo via vai di auto; l’area interna all’ospedale è un gigantesco parcheggio e parcheggi sono presenti tutt’intorno all’ospedale (Viale Indipendenza, Via Brambilla, Via Flarer, Pronto Soccorso, …);
4) un’analisi empirica dei flussi di traffico da e verso l’ospedale mostra chiaramente come l’uso della bicicletta sia molto frequente tra gli studenti e i dipendenti dell’ospedale; quando si dice che “la maggior parte di chi lavora al San Matteo e dei pazienti arrivano in macchina” dimenticando il gran numero di studenti che si muove in bicicletta e i pazienti ambulatoriali (per lo più gli anziani ancora autonomi) che usano l’autobus, si dà una visione incompleta della “realtà”.

Fatte queste premesse, capite bene che costruire nuovi parcheggi per auto non può essere la giusta soluzione non solo ai furti delle biciclette (?), ma a nessuno dei problemi relativi alla mobilità intorno al Policlinico San Matteo.

Attivare strategie intelligenti e lungimiranti nell’ambito della mobilità urbana significa disincentivare l’uso dell’auto privata, soprattutto per gli spostamenti interni (quelli all’interno della città, che sono la maggioranza); costruire nuovi parcheggi è l’esatto contrario. Quando poi il suolo intorno all’ospedale sarà completamente occupato da parcheggi, quale altra soluzione si adotterà? Si costruiranno parcheggi multipiano e/o sotterranei? Questa politica ha un costo, non solo economico, ma anche e soprattutto in termini di salute del cittadino (più intensi sono i flussi di traffico automobilistico, maggiori sono i livelli di inquinamento atmosferico e acustico, maggiore è il rischio di incidenti che possano coinvolgere pedoni e ciclisti, …) e per la sua qualità della vita.
La prima azione da intraprendere sarebbe quella di accorgersi del problema (del problema “mobilità”, non del problema “parcheggi”) e creare un gruppo di lavoro competente (il Mobility Manager per un ente pubblico con più di 300 dipendenti non è facoltativo; il Decreto 27 marzo 1998 del Ministero dell’Ambiente “Mobilità sostenibile nelle aree urbane”, all’articolo 3, dice chiaramente che bisogna individuare un “responsabile della mobilità aziendale”). Il Policlinico San Matteo ha un Mobility Manager? Se no, perchè? La Legge è del 1998, la “spending review” è cosa un po’ più recente. A Pavia esiste il progetto Pavia Mobility Manager, che coinvolge anche l’Ospedale; possibile che il mobility management non sia tra le priorità?
La mobilità dei dipendenti, ma anche quella di studenti e visitatori (un piano d’azione serio andrebbe portato avanti insieme all’Università ed all’Amministrazione Comunale), dovrebbe essere completamente ripensata, favorendo l’uso di mezzi ecologici e sostenibili ed accettando l’uso dell’auto privata solo per quei pochi che non possono farne a meno (forse solo il personale che abita lontano da Pavia e che lavora su turni):

  • zone di ricovero e stalli decenti per le biciclette, insieme a percorsi sicuri per raggiungere l’Ospedale aumenterebbero notevolmente il numero e la frequenza d’uso delle biciclette;
  • l’attivazione di una convenzione con il Comune per l’utilizzo gratuito delle biciclette del Bike Sharing da parte dei dipendenti incoraggerebbe chi usa la bicicletta saltuariamente;
  • autobus di linea attivi in un maggiore arco temporale ed abbonamenti a costi ridotti per i dipendenti favorirebbero il loro utilizzo, soprattutto da parte di chi lavora su turni e che inizia a lavorare presto o finisce tardi;
  • l’attivazione di un servizio di navette che colleghino la stazione dei treni e degli autobus con l’Ospedale, soprattutto in specifiche fasce orarie, disincentiverebbe l’uso dell’auto privata;
  • concedere il pass per il parcheggio gratuito all’interno dell’ospedale solo ai dipendenti che sono residenti al di fuori di Pavia o che lavorano di notte disincentiverebbe l’abuso che oggi si fa degli spazi interni al Policlinico (l’impressione di uno che bazzica l’ospedale  da un po’ è che le auto che occupano tutti gli spazi disponibili siano per lo più di dipendenti amministrativi che fanno orari d’ufficio); gli altri che volessero il pass per l’auto, lo dovrebbero avere a pagamento ;
  • facilitare strategie di car pooling; mai sentito parlare del car pooling?

Queste sono solo alcune delle strategie che si potrebbero discutere per alleggerire il traffico automobilistico che il Policlinico genera. Per alcune servono investimenti, certo; bisogna scegliere se investire in strategie di mobilità o in spese per visite mediche, esami strumentali e ricoveri. Una vecchia pubblicità recitava “Prevenire è meglio che curare”; non pensate sia il caso che un ospedale si debba mettere in prima linea non solo per curare, ma anche per prevenire? E non pensate che diminuendo drasticamente il numero di automobili in circolazione si possa avere qualche minima ricaduta su altri numeri, ad esempio su quelli che riguardano le patologie respiratorie, quelle cardiovascolari, i traumi da incidenti stradali? Secondo me, forse, sì.

Vogliamo risolvere il problema dei furti delle bici al San Matteo? Bene, iniziamo a parlare di Mobilità Nuova, seriamente; altrimenti le foto che trovate qui in basso non passeranno mai di moda.

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